Lana

Una fibra soffice e confortevole

La lana di pecora è la principale fibra naturale utilizzata per produrre tessuti morbidi, caldi e avvolgenti. Viene ricavata dalla specie “Ovis Aries”, allevata soprattutto in Australia, Nuova Zelanda, Sudafrica e Argentina.

Le proprietà termoisolanti e igroscopiche della lana la rendono perfetta per combattere le rigide temperature invernali. La sua struttura ondulata la rende una fibra naturalmente elastica e in grado di adattarsi comodamente al corpo di chi la indossa risultando confortevole, inoltre è molto resistente agli strappi grazie alla sua capacità di ripiegarsi su se stessa più di 20.000 volte. Queste sue caratteristiche permettono ad un tessuto di lana, una volta indossato, di tornare alla sua forma originale senza stropicciarsi aumentando il valore e la durata del prodotto.

Il colore più comune e ricercato della lana è il bianco perchè generalmente più fine e facile da tingere rispetto alla lana marrone, grigia o nera. La sua capacità di assorbire e trattenere i liquidi permette alla fibra di essere tinta senza l’impiego di agenti chimici.

Le origini della lana

L’utilizzo della lana come fibra per realizzare capi d’abbigliamento risale a migliaia di anni fa: si suppone che la selezione degli animali volta alla produzione della lana fosse iniziata intorno al 6.000 a.C in Mesopotamia, Palestina, Siria e Assiria.

In Europa le prime documentazioni di utilizzo della lana risalgono all’Antica Grecia, dove la lavorazione di questa fibra era affidata alle donne. Inizialmente la lana era sfilata alla pecora manualmente o con pettini di bronzo: furono i romani a ideare le tecniche di tosatura e tessitura.

Da allora la fibra è stata al centro degli scambi commerciali in tutta Europa, dando vita a un vero e proprio commercio di materie prime. I maggiori produttori di lana erano l’Inghilterra, la penisola iberica e la Borgogna. La loro fibra veniva lavorata nei famosi laboratori fiamminghi per essere trasformata in tessuto pregiato. Anche a Firenze la lavorazione della lana divenne estremamente importante: circa un terzo della popolazione fiorentina era impiegata in questo settore. Nel tardo Medioevo, in Spagna si iniziò ad allevare la pecora merino, che contribuì al successo del paese nel mercato della lana.

Con la rivoluzione industriale, l’industria laniera si automatizzò: nel 1810 vennero costruiti in Gran Bretagna i primi impianti di filatura meccanica e a metà del secolo nacquero i primi impianti di tessitura. Il mercato della lana rimase protagonista fino alla metà del XX secolo, quando le fibre artificiale lo misero in crisi. Da allora, l’industria tessile si impegna per creare una fibra sempre più moderna che si adegui alle esigenze del nuovo mondo.

Tecniche di lavorazione della lana

Le pecore vengono tosate una volta l’anno, ricavando da ognuna di esse dai 2.5 kg ai 4 kg di lana. Professionisti qualificati la raccolgono e separano le fibre meno nobili, quelle delle spalle e dei fianchi, da quelle più pregiate della schiena e del ventre.

Dopo la tosatura, la lana viene sottoposta ai processi di carbonizzo, battitura e lavaggio al fine di eliminare tutte le impurità. Successivamente viene asciugata ed è pronta per essere sottoposta alle altre lavorazioni che la trasformeranno in tessuto: cardatura, pettinatura, tessitura e rifinizione.

Lana rigenerata

L’aumentare della sensibilità nei confronti della sostenibilità ha posto il problema del riutilizzo della lana. Se fino a qualche anno fa le aziende erano solite lavorare con fibre di pura lana vergine, oggi puntano sempre di più a tessuti di lana rigenerata, che si ottengono dal riciclo di vecchi abiti e scarti di lavorazione. Gli stracci vengono divisi per qualità e colore così da ottenere la lana meccanica, che verrà nuovamente filata e tessuta. Alla fine del processo, il tessuto finito manterrà le caratteristiche originali della lana vergine.

Il processo di riciclo della lana ha avuto la sua massima espansione a Prato durante il Dopoguerra: Menchi segue la tradizione Pratese, e il suo impegno nella tutela del benessere delle pecore e del terreno su cui pascolano è attestato dalla certificazione Responsible Wool Standard. L’utilizzo della lana rigenerata è invece certificato dal Global Recycle Standard.

Materia prima