

Tutto ciò che devi sapere sull’industria della lana a Prato
Vi ricordate dell’articolo sulla storia e l’importanza dei primi mulini per la lavorazione della lana nella Valle del Bisenzio? In quell’occasione avevamo fatto un piccolo excursus, dall’Arte della Lana nel periodo medievale, fino all’attuale situazione in cui Prato è la capitale della produzione di lana riciclata. Oggi andiamo ad approfondire un’altra questione fondamentale: il mondo della lavorazione della lana di pecora in questa zona.
Gli stabilimenti per la lavorazione della lana: l’alchimia di Prato
Grazie ad una combinazione di fattori, la lavorazione della lana rappresenta una delle tradizioni economiche dell’area di Prato.
- La città beneficia di una posizione strategica nel cuore dell’Italia, con collegamenti diretti sia verso nord che verso sud.
- L’area è ricca di fresche acque provenienti dalle montagne dell’Appennino.
- I mercanti toscani hanno sempre avuto un occhio attento per selezionare le migliori materie prime.
- La città è stata in grado di mantenere la qualità delle tecniche artigianali anche nella produzione di livello industriale.
- Qui infatti le tecniche sono qualcosa di strettamente legato al know-how tramandato di generazione in generazione.
- Fibre naturali: L’Italia ha una lunga tradizione nel commercio, che ha favorito la facile disponibilità delle migliori materie prime, in particolare le fibre naturali provenienti da tutto il mondo. Ciò ha facilitato lo sviluppo dell’industria manifatturiera, in particolare del settore tessile.
- Acqua: torrenti e fiumi sono stati fondamentali per i processi di follatura e lavaggio. Le rapide acque dei fiumi come il Cervo e l’Oropa a Biella, o il Bisenzio a Prato, erano ideali. Questo ha contribuito allo sviluppo di centri tessili in quei luoghi.
- Competenza: una lunga storia di produzione tessile e sartoriale. L’Italia produce tessuti e abbigliamento sin dal Medioevo, accumulando secoli di esperienza. Soprattutto in città come Prato, Biella e Bergamo, l’expertise tessile è stata tramandata di generazione in generazione.
Lavorazione customizzata della lana
La lavorazione della lana a Prato è un’attività che ha radici antiche, sviluppata nei secoli grazie alla possibilità di utilizzare materie prime di alta qualità, a comprovata tecnica e alla capacità degli artigiani locali di trasformare le fibre grezze in tessuti pregiati.
Ma quali sono le fasi dell’industria della lana nel suo complesso? La filiera della lana nel distretto di Prato coinvolge diversi attori, ognuno dei quali svolge un ruolo specifico nel processo produttivo.
Cominciamo dall’inizio. La lana proveniente da una pecora viene chiamata vello e viene categorizzata in base alla qualità e alla finezza delle sue fibre. Le lane più fini provengono generalmente da razze come la Merino e hanno prezzi più elevati.
I fornitori di lana di pecora
La qualità della lana dipende dalla razza della pecora, dall’erba, dal clima e dalle pratiche adottate dall’allevatore. Le aziende che producono e vendono la miglior materia prima, ovvero la lana grezza, provengono principalmente da paesi come l’Australia, la Nuova Zelanda e l’Argentina. Erroneamente considerata qualcosa di separato dall’industria della lana, questa fase è essenziale per fornire prodotti eccellenti. Le pecore vengono di solito allevate in fattorie o ranch, dove vengono alimentate, abbeverate e curate.
Quanta lana produce una pecora?
Una pecora adulta produce in media da 4,5 a 9 chilogrammi di lana l’anno. Questa quantità può variare in base alla razza, al sesso, alla nutrizione, al clima, ecc. La maggior parte delle pecore richiede solo una tosatura all’anno, anche se alcune razze con una crescita più veloce della lana dovranno essere tosate almeno due volte. La tosatura media di una pecora pesa tra 3,5 e 5,5 chilogrammi. Una pecora Merino produce in media da 4,5 a 6,8 chilogrammi di lana l’anno.
Tosatura
La lana viene raccolta dalla pecora attraverso un processo chiamato tosatura. Rimuovere la lana da una pecora è un lavoro specializzato che richiede esperienza e formazione per lavorare rapidamente ed efficientemente senza recare alcun danno alla pecora. Il processo prevede il controllo della pecora, l’uso delle forbici per rimuovere il vello in un unico pezzo, e poi l’impacchettamento della lana per la spedizione.
Selezione e classificazione
Dopo la tosatura, il vello viene pulito, selezionato e classificato in base alla qualità (finezza), al colore e alla lunghezza delle fibre. Le classi più comuni sono Fine, Medium, Downs e Braid. I gradi più fini, come Fine e Superfine Merino, hanno diametri di fibra più sottili, inferiori a 24 micron. Le qualità più grosse possono avere diametri superiori a 32 micron e producono tessuti più pesanti, come tappeti e indumenti esterni. Le lane fini producono tessuti leggeri e morbidi.
La cernita viene generalmente effettuata a mano, con operatori esperti che esaminano attentamente ogni vello e lo separano in diversi gradi in base alla qualità. Ecco perché questa fase è importante per determinare il valore e la qualità della lana. La lana viene quindi classificata in base al diametro delle fibre, alla lunghezza dei fiocchi, alla resistenza, all’arricciatura e alla qualità complessiva. Vengono inoltre utilizzati strumenti di misurazione oggettivi, come la scansione laser, per giungere ad una sintetica valutazione soggettiva da parte di esperti classificatori di lana.
Ecco alcuni dei parametri principali:
- La lunghezza delle fibre viene misurata e i velli vengono raggruppati in base alla lunghezza. Le lane con fibre più lunghe sono più richieste per la filatura.
- La resistenza fa riferimento alla capacità della lana di resistere alla rottura. Le fibre più resistenti possono essere sottoposte a una maggiore lavorazione senza danni.
- Il crimp si riferisce alla naturale ondulazione delle fibre di lana. Un numero maggiore di ondulazioni per pollice indica una lana più fine.
Sgrassatura e asciugatura
La lana selezionata e classificata viene quindi sottoposta a un processo di pulizia e preparazione per l’uso. Viene lavata per rimuovere sporco, grasso o altre impurità. Questo processo, noto come sgrassatura, prevede l’immersione della lana in acqua calda (140°F – 60°C) e detersivo, seguita da diversi risciacqui per assicurarsi che tutte le impurità siano state eliminate. I detergenti aiutano a emulsionare e rimuovere il grasso di lanolina che costituisce dal 5% al 30% del peso di una tosatura prima dello sgrassatura.
Dopo il risciacquo, la lana viene pressata per estrarre l’acqua in eccesso e quindi viene sottoposta a un processo di asciugatura per ridurre il contenuto di umidità.
La sgrassatura consente alle fibre di lana di essere correttamente allineate, mescolate e filate. Mette in evidenza la bianchezza naturale, la morbidezza e altre qualità della lana.
Carding
Dopo un accurato processo di selezione, la cardatura allinea e separa le fibre di lana, rimuovendo eventuali fibre corte residue, vegetazione o altre impurità presenti. Una volta lo svolgimento delle fibre si faceva manualmente e quest’operazione veniva effettuata con l’aiuto prezioso del fiore secco del cardo. Oggi, la lana nelle macchine passa attraverso una serie di cardatori contenenti nastri o rulli coperti di sottili denti o spilli metallici.
I denti districano le fibre e le dispongono in una rete o striscia continua, con le fibre approssimativamente messe in parallelo. Il processo di cardatura combina diverse sotto-fasi che utilizzano macchine specifiche:
- La cardatura iniziale carda leggermente la lana in una foglia continua e lenta.
- La cardatura intermedia affina ulteriormente le fibre in una rete più sottile.
- La cardatura finale pettina le fibre in una striscia uniforme ed efficiente dal punto di vista aerodinamico.
Filatura
La lana cardata viene quindi filata in filo utilizzando macchine per la filatura. Il filo può essere filato in diverse pesantezze a seconda dell’uso previsto. Questa fase prevede la torsione delle fibre insieme per creare un filo continuo. Le aziende filatrici che trasformano la lana grezza in filo sono di solito responsabili anche di alcune delle fasi precedenti. I filatori, utilizzando macchinari speciali come le macchine per la filatura a pettine, le cardatrici e le macchine per la torsione, producono il filato.
Tessitura o maglieria
Il filo viene poi tessuto o lavorato a maglia per creare il tessuto desiderato. Questa fase prevede l’uso di telai o aghi per creare la trama e il motivo desiderati. Le aziende che producono tessuti utilizzando filati di lana, telai e macchinari per la tessitura sono chiamate tessitori. Alla fine di questo processo abbiamo tessuti pronti per la produzione di abbigliamento.
Finitura
Dopo che il tessuto è stato realizzato o lavorato a maglia, viene sottoposto a ulteriori trattamenti, come tintura, infeltrimento, spazzolatura o pressatura, per conferirgli la texture e l’aspetto desiderati. Le aziende coinvolte nei processi di tintura dei tessuti, utilizzando coloranti e sostanze chimiche per ottenere il colore desiderato, sono chiamate concerie. La finitura conferisce ai tessuti la texture, l’aspetto e la durabilità desiderati.
Produzione di abbigliamento
Queste sono le aziende che utilizzano i tessuti di lana prodotti da Menchi per creare capi come cappotti, giacche, pantaloni e maglioni.
Come probabilmente sapete, qui da Menchi siamo tessitori e conciatori.
L’attrezzatura su cui si basa l’industria della lana
Per quanto riguarda i macchinari necessari, dipende sempre dal tipo di attività svolta. I filatori utilizzano macchine per la filatura a pettine, cardatrici e macchine per la torsione, mentre i tessitori utilizzano telai e macchinari per la tessitura. I conciatori utilizzano macchinari per la tintura dei tessuti, mentre i produttori di abbigliamento utilizzano macchine per la produzione di capi di abbigliamento.
Imparare come viene lavorata la lana è qualcosa che va oltre i macchinari. Gli operai sono essenziali in tutto il processo. Questi includono gli operai nelle filature e nelle tessiture, i tecnici specializzati che mantengono i macchinari, i designer che creano i modelli dei capi di abbigliamento e i venditori che commercializzano i tessuti e i capi di abbigliamento prodotti.
Prato: il cuore dei lanifici italiani
Come dicevamo all’inizio, la reputazione che la città di Prato si è fatta nel mondo della lana si basa sul valore di operai qualificati che lavorano la lana con una precisione senza pari. Essi sono la spina dorsale dell’industria tessile della città. Questa competenza raggiunge il suo apice soprattutto nei numerosi piccoli lanifici di Prato, dove la qualità e l’attenzione ai dettagli sono fondamentali.
I lanifici della città sono conosciuti per la produzione di lana italiana di alta qualità, utilizzata in una varietà di prodotti, dai lussuosi abiti di lana, agli eleganti cappotti, fino alle accoglienti coperte di lana.
L’importanza di essere un distretto
Come viene lavorata la lana a Prato?
Essendo una città di commercianti (un tempo chiamati mercanti), qui il percorso di lavorazione della lana inizia con la selezione della lana grezza in base a fattori come il tipo di lana, il colore e la qualità. Dopo la pulizia, avviene il processo di cardatura della lana. Nei lanifici di Prato, si mescola tradizione e innovazione: operai qualificati utilizzano sia cardatori manuali che macchine avanzate per ottenere la texture perfetta.
La lavorazione su misura della lana pratese
I lanifici di Prato sono noti per i loro servizi di lavorazione su misura della lana. Lavorano a stretto contatto con i clienti per creare tessuti di lana su misura che soddisfino requisiti specifici. Questa capacità di offrire servizi personalizzati distingue Prato nell’industria laniera globale.
La lana di alta qualità lavorata a Prato viene utilizzata per creare prodotti di lana italiani superiori. Che si tratti di un abito su misura per uomo, di una linea di eleganti cappotti per donna o di una calda coperta in lana italiana, ogni prodotto riflette l’impegno della città per la qualità e l’artigianato.
Lana riciclata
Nel 1824, Giovan Battista Mazzoni dette il via allo sviluppo dell’industria della tessitura della lana rigenerata. In quel periodo, la lana riciclata veniva ottenuta da stracci o ritagli importati attraverso il porto di Livorno. Gli stracci venivano selezionati e trasformati in tessuti cardati mescolando lana rigenerata e lana vergine, producendo prodotti di alta qualità a prezzi competitivi. Mazzoni fece tutto ciò costruendo la prima macchina per la cardatura e la filatura.
Ecco perché parlare di lana riciclata non è una novità qui. La lana rigenerata, chiamata anche lana di Prato, viene prodotta nel Distretto Tessile di Prato da oltre due secoli.
Il distretto vanta oggi circa 9.000 lanifici e aziende tessili principalmente a conduzione familiare, dimostrando come l’evoluzione del mercato non interrompa la tradizione. Questi artigiani, abili nella tessitura, nella tintura e nella filatura, sono molto apprezzati in tutto il mondo per la loro capacità di combinare l’eccellenza antica con tecniche all’avanguardia.
In conclusione, quando si pensa alla lana in Italia, Prato dovrebbe essere la prima città che viene in mente.
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